Commercialisti e fisco: proviamo a sognare?

Cari amici, oramai da qualche giorno abbiamo un nuovo e ambizioso governo, speriamo quindi che possa essere di auspicio per una tanta agognata e sperata ripresa economica di cui tutti abbiamo bisogno.

Tuttavia non mancano i dubbi, soprattutto su questa proclamata novità che avrebbe portato il governo Renzi. Innanzitutto si consideri che su 16 ministri, ben nove facevano parte del vecchio esecutivo. Hanno confermato la carica nella nuova squadra e per alcuni di essi vi è stato solo un cambiamento di poltrona.

A tal proposito, mi chiedo: ma l’assegnazione dei Ministeri non dovrebbe avvenire in base alle competenze? E chi fino a poche settimane fa si è occupato di un Ministero, iniziando quindi a capirci qualcosa (forse), e si trova ora alla guida di un altro dicastero, ha questa capacità di adeguamento?

Non saprei quali risposte trovare. In ogni caso, da tempo immane mi sto dichiarando convinto che alcuni incarichi, come appunto la squadra di governo, andrebbero assegnati per meriti e competenze. Vi sembra che sia stato così anche in questa circostanza? Non mi pare!

Vedo, ad esempio, una giovane promessa, che certamente ha un curriculum di “santi” in paradiso tra cui uno addirittura vicino alla famiglia del Colle. Ebbene, sono senza dubbio ottime referenze, che però non avrebbero dovuto guidare le scelte di colui che aveva intenzione di rottamare le vecchie regole. Si tratta di un atteggiamento che risulta contrario alle dichiarazioni degli stessi nuovi ministri. In questi giorni il neo capo del dicastero dell’Istruzione ha infatti dichiarato di voler riportare la meritocrazia nella scuola italiana. Ben venga, peccato però che non sia stato questo il criterio seguito per formare l’esecutivo.

Ascoltavo poi le affermazioni del presidente del Consiglio che è certamente un ottimo oratore, ma deve capire che a nulla servono le belle parole se poi non sono seguite dai fatti. E noi della categoria lo sappiamo bene quanto male può fare un bravo oratore incapace però di governare, decidere e rappresentare. Parole, quelle del nuovo premier, che a ben vedere dicono tutto e il contrario di tutto. Io potrei anche fidarmi di lui, ma non nascondo che sia destabilizzante avergli sentito dire un giorno che non avrebbe mai preso il posto di Letta e che sarebbe arrivato al governo solo passando dalle elezioni, salvo poi ritrovarlo al posto di comando dopo aver deposto il suo predecessore in poche ore e aver ottenuto un mandato senza passare dalle consultazioni popolari.

E potrei anche chiudere un occhio su questo, viste le condizioni del Paese, e considerare le ‘promesse’ ambiziose, se non fosse che risultano in larga misura uguali a quelle di chi lo ha preceduto. Il nuovo capo del governo vuole tagliare la spesa pubblica!!! Ma lo volevano anche gli altri! E i risultati, ad oggi, sono pari a ZERO. Anzi, si può ben dire che il solo taglio al quale abbiamo assistito è stato quello alle tasche degli italiani!

Tuttavia qualcosa mi ha colpito davvero. Mi riferisco alla proposta di far arrivare direttamente a casa, in maniera telematica, a pensionati e dipendenti un modello con i dati dei redditi e gli importi da pagare. Non guardiamo a internet come a un ostacolo, bensì a uno strumento per snellire le procedure! Questa, in sintesi, sarebbe la posizione del nuovo presidente del Consiglio. E non appare neanche tanto biasimabile, ma si devono comunque considerare degli aspetti che, nella foga del momento, il capo della squadra esecutiva ha tralasciato. Si tratta di un progetto che non potrà mai realizzarsi, perché andrebbe a riguardare solo quanti non chiedono rimborsi o non posseggono beni, dunque pensionati e dipendenti senza redditi o beni che, attualmente, sono già esenti dal pagamento, quindi non se ne farebbero nulla della dichiarazione a domicilio! Dunque, caro presidente del Consiglio, si studi bene le carte e poi ne riparliamo!

In ogni caso, alla fine non vi nascondo che sono tentato di prestare una minima fiducia a questo nuovo governo. Sono un commercialista stanco dei continui soprusi portati avanti dal Fisco ai danni nostri e dei nostri clienti. Appartengo a una categoria che ha sempre dato senza ricevere mai nulla in cambio, per questo vorrei per un attimo credere alle favole di Renzi e iniziare a sognare. Vorrei pensare a quei contribuenti che potrebbero ricevere comodamente a casa propria i bollettini per pagare le imposte, penso all’Imu o alla Tasi, penso a noi commercialisti che potremmo sapere con largo e giusto anticipo le scadenze e le modalità per effettuare un adempimento senza dover attendere i pochi giorni a ridosso delle scadenze. Penso a questo e ad altro e per un po’ voglio illudermi che tanta ambizione possa portare a qualcosa di buono.

Può esistere, secondo voi, questo mondo? O è solo un’utopia? Ma a questo punto mi vengono in mente le parole di un celebre imprenditore del nostro Paese, Adriano Olivetti, che ebbe a dichiarare come “spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare”. Il coraggio invece oggi c’è, c’è anche la voglia e spero che ci siano le capacità. L’auspicio è che non sia tutto solo un sogno.

Antonio Gigliotti